Litighi con il partner? Ecco la soluzione!

Litighi con il tuo partner? Ti infastidisci? Ti arrabbi? Ti sembra di non essere capito/a?

Oppure scoppiano delle liti che generano malumori e sofferenze?

Nelle relazioni così come nella comunicazione interpersonale esistono delle regole ben precise: le Neuroscienze le hanno individuate grazie allo studio delle varie aree del cervello e all’analisi della loro attivazione sequenziale nelle varie fasi dei processi di comunicazione inter-relazionale.

Sai quante coppie arrivano al capolinea a causa delle liti e della voglia di aver ragione, nel momento in cui manchi un GIUDICE imparziale che possa comprendere, aiutare, spiegare come sciogliere il nodo dell’incomprensione e quindi risolvere la lite in atto?

Sai quante relazioni naufragano a causa delle continue e sfiancanti discussioni?

Di solito (ed è anche peggio!!) ci si rivolge all’amico o al familiare di turno per aver ragione e per far valere il proprio punto di vista, per poi riportare al partner il commento dell’amico e ricominciare la discussione, forti dell’appoggio ricevuto!

A parti invertite, ci si trova a ricevere lo stesso trattamento dal partner che ci comunica che anche il fratello o la sorella o l’amica le hanno dato ragione per cui… sei TU che hai torto!

NIENTE DI PIÙ PERICOLOSO per la salute della coppia!!

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ECCO LA SOLUZIONE: descrivimi gli eventi e ti aiuterò a capire in modo pratico e scientifico come risolvere il conflitto in corso ma anche come evitare quelli futuri!

Attenendomi alle regole delle Neuroscienze, che hanno fornito chiare e precise indicazioni ti spiegherò come comportarti affinché la lite possa dirimersi e risolversi, giungendo ad una riappacificazione e ritrovando la serenità! 

Non solo: ti indicherò quali regole seguire e quali errori non fare in futuro così che tu possa gestire agevolmente discussioni e dinamiche relazionali, per non accendere più pericolose liti che possano incrinare e rovinare irrimediabilmente il rapporto!

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Partecipa alla nostra conferenza o prenota una consulenza per sapere come gestire il rapporto o per sapere come interpretare le discussioni, le situazioni e gli eventi in modo da non avere MAI torto, seguendo le regole della Neurobiologia ma soprattutto…  prima che…. la barca affondi!

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DATA DELLA CONFERENZA: Martedì 15 novembre 2022

Orario e luogo: h. 19.00 – presso STUDIO MILITANO MARCHINI – VIA MELCHIORRE GIOIA 88 – Milano

Costo di partecipazione: 15€

Numero massimo di partecipanti: 20

Per iscriverti, compila il seguente modulo:

 

                   

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Informativa sulla Privacy

Videointervista di Luciano Simonelli: come gestire le emozioni nei momenti difficili.

Il grande Luciano Simonelli mi ha intervistato per parlare del funzionamento del cervello in questo periodo di particolare difficoltà, per capire come contenere l’impatto che gli eventi e le situazioni che viviamo possono avere sulle nostre emozioni, per conoscere e imparare le strategie per aumentare la capacità di resistenza, per sviluppare una maggiore propensione all’adattamento e per reagire positivamente a questo incredibile drammatico momento della nostra vita.

Condivido con piacere la video intervista (divisa in tre parti: la prima e la seconda parte sono insieme nel primo video mentre la terza e la quarta parte sono nei due video successivi).

 

 

Insieme è meglio!

INSIEME E’ MEGLIO!

Gestire l’ansia? Le paure? Le preoccupazioni che stiamo incontrando in questo difficile periodo?
Abbiamo organizzato una serie di video incontri, ad un costo veramente accessibile, per imparare come gestire le emozioni per parlare insieme delle difficoltà, per confrontarci sulle sensazioni che stiamo vivendo, per condividere consigli e strategie ma soprattutto per imparare come smettere di soffrire e di percepire ansie, paure e preoccupazioni e per tornare a sorridere, grazie alle NEUROSCIENZE,

Per inscrizioni o informazioni:

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-video-incontro-come-gestire-le-emozioni-103030777830

Fammi una video-intervista e risponderò alle tue domande sul cervello!

Chiedimi tutto ciò che vuoi sapere sul funzionamento del cervello per quanto riguarda le emozioni, i comportamenti, le sofferenze, le dipendenze, le problematiche relazionali, l’educazione dei figli, la violenza sulle donne e io cercherò di rispondere per insegnarti a non soffrire e a gestire nel modo più utile e vantaggioso il tuo cervello.

 

Di seguito. i link alle interviste già realizzate:

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Terza intervista di Mariangela Russo: perché litighiamo?

Seconda intervista di Mariangela Russo: l’ansia e le 4 paure dell’io.

Prima intervista di Lavinia Robba: siamo geneticamente programmati a soffrire?

Prima intervista di Mariangela Russo: come gestire le emozioni negative?

 

 

Si può guarire fornendo input al cervello per produrre neurotrasmettitori?

Soffri di una patologia del corpo o di un problema correlato con le emozioni?

Forse non stai fornendo al tuo cervello gli stimoli di cui ha bisogno!c

Secondo la PNEI (la Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia), alcune patologie del corpo e della mente sono dovute alle emozioni negative in eccesso, che agiscono sul sistema nervoso, sul sistema endocrino e sul sistema immunitario con conseguenze dirette sulla salute dell’intero organismo.

Molti scienziati affermano e dimostrano che la maggior parte delle patologie e dei disturbi (dall’ansia agli attacchi di panico, dalle gastriti/coliti psicosomatiche a molte altre forme di disturbi e malattie molto comuni) sono dovute ad una alterazione dei sistemi di comunicazione tra mente e corpo: Jaak Panksepp, Bruce Lipton, Bruno Soresi, Tancredi Militano e molti altri studiosi e ricercatori nel campo delle Neuroscienze hanno teorizzato e dimostrato che molti disturbi psichici e fisici sono strettamente correlati con errori compiuti dal cervello nella gestione della comunicazione mente-corpo e possono essere risolti senza l’utilizzo di farmaci, riattivando le capacità di autoguarigione e di autoriparazione intrinseche all’organismo.

 

Le Neuroscienze dimostrano che IMPARANDO ad usare correttamente il nostro cervello – soprattutto imparando a gestire le emozioni e fornendo ad esso gli stimoli di cui ha bisogno – è possibile riequilibrare il sistema di comunicazione tra cervello e corpo (il sistema PNEI) e ciò si può tradurre automaticamente nell’eliminazione dei sintomi: le ricerche condotte da Jaak Panksepp, Bruce Lipton, Bruno Soresi e da altri ricercatori confermano che “se tale sistema torna in equilibrio, la maggior parte dei problemi ad esso correlato si risolve spontaneamente, senza l’utilizzo di farmaci”.

Per tale motivo, la Neurobiologia propone un approccio completamente innovativo che non tiene conto cioè del sintomo, non operando diagnosi né instaurando terapie: La Neurobiologia permette di individuare quali sono gli errori (involontari!) di atteggiamento e/o di comportamento che adottiamo nella nostra quotidianità che ostacolano l’equilibrio psicofisico o addirittura lo alterano!

Si è visto infatti che il cervello, per funzionare bene e garantire l’equilibrio psicofisico (equilibrio di pensieri, emozioni e dell’organismo intero) necessita di uno specifico e ben definito “set di input”, che il cervello “riceve” a seguito dei nostri atteggiamenti e dal nostro “modo di vivere”. Quando sottoponiamo il nostro cervello ad una serie di input/stimoli che lo destabilizzano (senza che noi lo sappiamo!), possono nascere le più varie patologie nonché i più comuni squilibri del corpo e della mente.

Grazie alle ultime scoperte della Neurobiologia, è possibile intervenire su qualsiasi squilibrio energetico che dia luogo anche a sintomi o disturbi psicofisici, cercando di fornire al cervello quegli stimoli necessari affinché esso ripristini l’equilibrio, per riportare le aree autonome del cervello in uno stato di equilibrio, dal quale deriverà la salute dell’intero organismo.

 

 

In altre parole, il lavoro dei ricercatori e degli scienziati si può sintetizzare come segue: 

Una non conoscenza sui meccanismi di funzionamento del cervello ci porta a commettere degli involontari errori nell’atteggiamento/comportamento che assumiamo quotidianamente (dal quale il cervello trae input continui): ciò destabilizza i circuiti neuronali (presenti nel cervello) e a causa di ciò il cervello va in crisi e risponde con emozioni negative (ansia, paure, preoccupazioni, panico, agitazione, insicurezza, ecc) che prendono il sopravvento e risultano spesso difficili da gestire e da eliminare!

In più, tutto ciò spesso si riversa sul corpo in quanto si altera il sistema di comunicazione e di regolazione del corpo e degli organi (sistema PNEI): da tale alterazione possono derivare patologie psicosomatiche che si sommano alle emozioni negative  (come ad es. gastriti. coliti, mal di testa, patologie della pelle, infezioni ricorrenti, problemi del ciclo, problemi ormonali, difficoltà di dimagrimento, ritenzione di liquidi, infiammazioni, ecc.), risolvibili attraverso un cambiamento del pensiero (cfr. Enzo Soresi: “Il cervello anarchico” UTET).

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In sintesi:

Una non corretta gestione del nostro cervello cioè una mancanza di conoscenza sul suo funzionamento e sugli stimoli da fornire ai circuiti neuronali, può portare ad una alterazione della PNEI quindi a problemi delle emozioni, del comportamento e degli organi: cosa fare per risolvere?

Le Neuroscienze propongono di intervenire in modo risolutivo e definitivo imparando come funziona il cervello in modo da fornire ad esso tutti gli stimoli che sono necessari per il corretto funzionamento dei suoi circuiti neuronali:  se il cervello riceve gli stimoli giusti, può riportare autonomamente in equilibrio il sistema psico-neuro-endocrino-immunologico con conseguente ripristino dell’equilibrio psicofisico, senza bisogno di farmaci.

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Perché proviamo ansia, paure, insicurezze, dipendenza affettiva?

Perché soffriamo?

I pensieri si accavallano e sale l’inquietudine. Il sonno inizia a spezzettarsi, le lenzuola sono d’impaccio. Lo stomaco si chiude o peggio la fame aumenta senza più controllo! Le ore sono tutte uguali, le pareti sembrano quasi avvicinarsi, rimpicciolire la stanza.

L’ansia ha varie forme e invade le nostre giornate, coinvolgendo anche chi ci sta accanto. Il pensiero si offusca, la lucidità ci abbandona. Anche le azioni più elementari costano fatica. Ma perché? Come ha fatto a saltare il nostro stato di tranquillità? Perché abbiamo perso la serenità e l’ansia si è impossessata di noi?

Sapere cosa sta andando storto è utile per attenuare l’ansia e tornare a vivere con ottimismo. Se conosci come funziona il cervello puoi tenere a bada tristezze, insicurezze, dipendenze da cibo o droghe, rabbia. Sembra impossibile? No: le Neuroscienze forniscono le chiavi per riaccendere quell’interruttore spento, per riattivare la capacità di autocontrollo.

Tancredi Militano, biologo ed esperto di Neuroscienze, studia un percorso cognitivo e non una terapia. “Nel corpo umano, così come nell’intero universo, nulla accade per caso. Se il cervello produce ansia, paure, pensieri che destabilizzano, significa che una parte di noi li vuole produrre, per uno strano motivo che sta a noi individuare!”.

Non é utile spegnere o tentare di combattere le emozioni che ci destabilizzano poiché torneranno, se non ne comprendiamo la causa!

Cerchiamo allora di capire cosa succede, conosciamone i motivi, forniamo al nostro cervello gli stimoli per interrompere il processo destabilizzante in atto.

Da dove nascono le emozioni e le sensazioni che viviamo? Da dove hanno origine le sofferenze? Quale parte del cervello le produce… e perché? ma soprattutto: come risolvere?

Nei nostri video potrete conoscere tutto ciò che serve per gestire le aree del cervello che producono le emozioni e che gestiscono i comportamenti che sfuggono al nostro controllo, così da limitare gli stati di sofferenza. Qui di seguito un’intervista (divisa in tre video, a cura di Luciano Simonelli Editore) per capire come è fatto il cervello e quali strategie adottare.

Nei video che troverete su questo sito, potrete conoscere tutto ciò che serve per mantenere lo stato di salute e per gestire le aree del cervello che producono le emozioni e i comportamenti così da limitare gli stati di sofferenza, fino a raggiungere la spensieratezza e il tanto desiderato benessere fisico e mentale!

Qui di seguito un’intervista (divisa in tre video, a cura di Luciano Simonelli Editore) per capire come è fatto il cervello e quali strategie adottare per gestire e controllare meglio le nostre emozioni e i nostri comportamenti:

 

1a e 2a parte dell’intervista (insieme in un unico video)

3a parte dell’intervista

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4a e ultima parte dell’intervista

 

 

 

Il mesencefalo e il “desiderio” di soffrire

.Una nuova affascinante teoria sulla genesi dei problemi dell’emotività, del comportamento e di molte patologie organiche: tutta colpa dell’area ventrale tegmentale (VTA) del mesencefalo (e delle memorie emozionali registrate negli ippocampi)

 

“Ansia, attacchi di panico, depressione, rabbia. E ancora: dipendenze da cibo, alcol, droghe e dipendenze affettive fino ai raptus di violenza. Varie forme di eccessi emozionali, di disturbi del comportamento e patologie psicosomatiche sono curabili intervenendo sulle memorie inconsce del cervello, dicendo addio in molti casi agli psicofarmaci. Una scoperta che già sta dando i suoi risultati. A metterla in pratica nel suo studio milanese, è il biologo palermitano Tancredi Militano, esperto di Neuroscienze ed Etologia umana, che l’ha elaborata correlando i vari studi e contributi scientifici che riguardano proprio il funzionamento del cervello e delle sue varie componenti. “Ansia, raptus di violenza, attacchi di panico – spiega Militano – e ancora insicurezze, paure o disturbi del comportamento alimentare sono tutte manifestazioni emotive causate dalle memorie dei neuroni dopaminergici, cioè quei neuroni che producono dopamina, presenti nel mesencefalo. Siamo in quella parte del cervello che viene programmata nei primi 5 anni di vita, che condiziona l’ emotività e le nostre scelte per il resto dell’esistenza”. La scoperta del funzionamento di questi neuroni, in questa piccola ma significativa area del nostro cervello, ha permesso, grazie a studi, ricerche e nuove teorie, di comprendere la genesi di tutte quelle emozioni che possono poi sfociare in patologie curate, finora, con ansiolitici e psicofarmaci.” (dal sito Federfarma.it)

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Una delle scoperte più importanti degli ultimi 10 anni è stata quella che ha chiarito il funzionamento dell’area ventrale tegmentale del mesencefalo. Questa area cerebrale contiene dei neuroni che producono dopamina e che hanno caratteristiche di funzionamento molto particolari e differenti rispetto agli altri neuroni: individuarne le caratteristiche e scoprire come funzionano i neuroni dopaminergici che essa contiene ha permesso di capire perché in molti soggetti nascono stati di ansia, attacchi di panico, depressione, rabbia etc.

La scoperta del funzionamento di questi neuroni, in questa piccola ma significativa area del nostro cervello, ha portato a comprendere la genesi di tutte quelle emozioni che troppo spesso proviamo, che poi possono sfociare in patologie da curare con farmaci (ansiolitici, psicofarmaci e quant’altro).

In realtà, che il cervello produca emozioni cosiddette negative (come appunto ansia, paura, ecc.) può essere considerato un normale meccanismo di adattamento evolutivo in quanto le emozioni “negative” rappresentano spesso un campanello d’allarme che serve per metterci in guardia da pericoli o da rischi per la sopravvivenza o la salute e quindi provare emozioni negative può essere del tutto normale.

Lo stesso dicasi per la sensazione di tristezza, di insoddisfazione o di aggressività: le emozioni negative non sono sempre degli errori del cervello.

Il problema nasce quando il cervello ne produce in modo tale che esse prendono il sopravvento o quando sono “decontestualizzate” rispetto alla realtà circostante!

Se sei in macchina in tangenziale, ad esempio, e hai l’attacco di panico perché hai un eccesso di ansia, in tal caso si può parlare di un “errore” del cervello.

L’evoluzione ha “inventato” le paure e le emozioni negative per permetterci di “sopravvivere”: esse sono nate per aiutarci rispetto agli eventi della realtà circostante! Se tu fossi un uomo primitivo, ti trovassi nella savana, sentissi un ruggito e provassi ansia e paura sarebbe del tutto normale: tali emozioni ti indurrebbero a correre e a scappare via!

Se per ipotesi ti trovassi al quarto piano, sul cornicione di un palazzo e provassi ansia, non si tratterebbe di un errore del cervello ma di un meccanismo per richiamare la tua attenzione e farti muovere con cautela o per farti allontanare dal pericolo: una volta lontano dal cornicione, l’ansia svanirebbe!

E invece troppo spesso, nella nostra realtà quotidiana, proviamo emozioni negative decontestualizzate (non ci sono reali pericoli attorno a noi!) e spesso tali emozioni negative prendono il sopravvento e non riusciamo a controllarle!

Nascono in situazioni in cui “non ci sarebbe motivo reale” e permangono senza poterle mandare via: in tal caso, la responsabile di questo “errore del cervello” è proprio l’area tegmentale ventrale del mesencefalo. Essa è in grado di coinvolgere le aree vicine (dai corpi striati, agli ippocampi, fino alle amigdale) e determina l’attivazione di emozioni negative a causa di alcune memorie registrate nelle strutture di “immagazzinamento dati” del cervello (nel sistema limbico). Questa scoperta è stata molto importante perché ha permesso di individuare finalmente quali strategie fossero davvero efficaci per risolvere i disturbi legati all’ansia, alle emozioni negative, agli attacchi di panico e a tutti i problemi sopra citati, compresi frequentissimi problemi psicosomatici legati all’eccesso di emozioni quali ad es. le gastriti, le coliti e i problemi intestinali, i disturbi della pelle, le cefalee e mille altri problemi del corpo e degli organi interni, normalmente trattati con i farmaci.

Insieme alla fondamentale scoperta sul funzionamento dei neuroni dopaminergici dell’area tegmentale ventrale del mesencefalo, nel corso degli ultimi anni sono state effettuate altre importanti scoperte sul funzionamento del cervello, in particolare sulle modalità di memorizzazione dei dati da parte degli ippocampi, che hanno dato vita alla Teoria di Militano sull’origine dei disturbi, come già detto, delle emozioni, del comportamento e di alcune patologie organiche. Lo stesso Militano ha anche individuato le strategie per la loro risoluzione definitiva, agendo proprio sulla VTA del mesencefalo, sulle amigdale e sugli ippocampi, attraverso il coinvolgimento dei neuroni dell’apprendimento presenti nei corpi strati.

Le altre due scoperte importanti per comprendere la genesi dei disturbi delle emozioni e del comportamento comprendono:

1) La presenza delle reti concettuali: il cervello correla i concetti tra di loro e immagazzina i dati all’interno di “reti concettuali” che costituiscono il nostro sistema cognitivo: si è visto che molto frequentemente queste reti concettuali contengono correlazioni errate! In tal caso, le amigdale possono entrare in crisi, generando una attivazione anomala l’area tegmentale ventrale del mesencefalo e dei nuclei accumbentes con conseguente produzione di sensazioni negative fino ad arrivare alla genesi di emozioni come l’ansia, la paura e il panico, che prendono il sopravvento e sovrastano il soggetto.

Se non ci fossero queste attivazioni anomale (del tutto risolvibili, a patto di applicare i suggerimenti di Militano e del suo team, che hanno studiato il funzionamento e le correlazioni delle suddette aree cerebrali) non si arriverebbe all’eccesso di emozioni negative né ai disturbi del comportamento (dalle dipendenze da droghe, cibo, fumo di sigaretta alla gelosia eccessiva, fino alla violenza).

2) L’inibizione/disattivazione di importanti aree del cervello rettiliano: la programmazione effettuata nei primissimi anni di vita, perpetrata attraverso la costruzione di reti concettuali errate, mediante aggettivi qualificativi negativi e attraverso un linguaggio non verbale errato, in grado di insinuare idee di colpa nel bambino, genera aree di memoria nel già citato sistema limbico, che bloccano alcune aree del cervello rettiliano: esso rappresenta la parte più antica del cervello e contiene funzioni istintive necessarie per la sopravvivenza, come la scelta e la difesa del territorio, la lotta, l’aggressività, i desideri di sottomissione degli altri individui della stessa specie, l’istinto di dominare, l’appagamento dei bisogni fisiologici e il comportamento sessuale. Questa parte è costituita dal midollo spinale, dal tronco encefalico, dal talamo, dai nuclei ipotalamici e ipofisari, da una porzione del mesencefalo con il nucleo caudato, dal putamen e dal globus pallidus. Le memorie registrate nel sistema limbico e i neuroni dopaminergici del mesencefalo bloccano alcune funzionalità fondamentali di queste aree del cervello.

Lavorando su questi elementi possiamo evitare che il cervello produca emozioni negative, comportamenti disfunzionali e conseguenze fisiche:

‘Modificare le reti concettuali, favorire le potenzialità delle aree del cervello rettiliano, inibite o bloccate, e sovrascrivere le informazioni contenute nell’area tegmentale ventrale del mesencefalo e nel sistema limbico – ci spiega il dott. Militano – è l’unica modalità concreta per risolvere tutti i problemi sopra esposti e per evitare il ripresentarsi degli stessi ma presuppone una modalità operativa molto particolare. Negli ultimi 14 anni, lavorando insieme con il mio team di colleghi e collaboratori, abbiamo portato avanti ricerche e studi indipendenti che hanno permesso di mettere in luce, finalmente, le modalità di accesso a tali aree cerebrali e di sovrascrittura delle memorie in esse contenute. La possibilità di evitare la produzione in eccesso di emozioni negative, di interrompere i comportamenti disfunzionali e di favorire il ripristino della salute nelle problematiche psicosomatiche sopra dette risulta oggigiorno una eventualità reale, concreta e raggiungibile”.

L’habitat emozionale

GESTIRE LE EMOZIONI E NON SOFFRIRE PIU’ DI ANSIA, DI ATTACCHI DI PANICO O DI PROBLEMI EMOTIVO-COMPORTAMENTALI E’ POSSIBILE: BISOGNA PERO’ CONOSCERE COME FUNZIONA IL CERVELLO!

Perché proviamo ansia? Perché arrivano gli attacchi di panico? Perché esistono i disturbi ossessivo-compulsivi e perché viviamo emozioni negative?

Come possiamo fare per evitare tutto ciò?

Come ci dimostrano le ultime scoperte delle Neuroscienze e della Neurobiologia, in moltissimi casi è sufficiente conoscere i meccanismi di funzionamento del cervello per mantenere lo stato di salute e per scongiurare i problemi delle emozioni e dell’intero organismo!


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PER CAPIRE COME SIA POSSIBILE CHE UNA SEMPLICE CONOSCENZA DEI MECCANISMI DI FUNZIONAMENTO DEL CERVELLO PORTI ALLA SOLUZIONE DI MOLTI PROBLEMI PSICOFISICI, FACCIAMO UNA PRIMA RIFLESSIONE INSIEME:

Cosa succederebbe se mettessimo un pesce rosso fuori dall’acqua?


Il pesce rosso comincerebbe a vivere uno stato di malessere, a saltare e ad agitarsi perché andrebbe immediatamente in carenza di ossigeno!

Potremmo dire che è ansioso? Qualcuno affermerebbe che il pesce rosso è malato, che ha un problema emozionale o comportamentale o che ha un attacco di panico…? Qualcuno lo definirebbe ossessivo compulsivo, consiglierebbe di somministrare dei farmaci o di studiargli la psiche?

No, ovviamente!

E perché?

Perché tutti CONOSCIAMO quali sono le necessità di un pesce rosso ovvero sappiamo di cosa ha bisogno per stare bene e tutti conosciamo qual è il suo habitat ideale! E tutti sappiamo e capiamo che il pesce rosso non è malato ma si trova in un habitat a lui non congeniale!

In questo caso, la CONOSCENZA ci permetterebbe di risolvere velocemente il problema e di non far perdere tempo prezioso al pesce rosso.

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E cosa succederebbe se trasportassimo un leone al polo nord?

Il leone comincerebbe a vivere uno stato di malessere, soffrirebbe e probabilmente svilupperebbe qualche patologia…

Sarebbe il caso di somministrargli dei farmaci o di capire quali traumi ha avuto quando era cucciolo?

Beh, potrebbe anche essere il caso di somministrare dei farmaci (se la situazione lo richiedesse) ma di certo tutti CONOSCIAMO i bisogni di un leone e saremmo d’accordo nel pensare che la cosa più importante ed urgente da fare è quella di riportare il leone nel suo giusto habitat!..


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E ALLORA PERCHE’ NON APPLICHIAMO LO STESSO RAGIONAMENTO PER L'”ANIMALE UOMO“?

Anche l’animale uomo ha bisogno di uno specifico habitat per vivere bene e per non andare incontro a problemi emozionali, comportamentali o fisici!

Se facciamo vivere l’animale uomo in un habitat non congeniale, come nei due esempi sopra esposti, non possiamo pretendere che esso rimanga in salute: sarà pressocché inevitabile che sviluppi uno stato di malessere.

Perché allora non ci preoccupiamo di CONOSCERE e di IMPARARE qual è l’habitat ottimale affinché l’animale uomo non sviluppi disturbi del corpo e della mente? Perché non proviamo a CAPIRE e APPRENDERE come funziona il cervello dell’animale uomo e di quali habitat ha bisogno per mantenere lo stato di salute e non produrre emozioni negative da dover gestire?

E perché mai, quando si è ormai instaurata una patologia, oltre a definirlo subito “malato”, sottoponendolo a terapie farmacologiche e/o psicologiche, non reintroduciamo l’animale uomo nel suo habitat ideale, come faremmo con qualsiasi altro animale?!

 

LA SPIEGAZIONE E’ SEMPLICE: CONOSCIAMO GLI HABITAT DEGLI ALTRI ANIMALI MA NON QUELLO DELL’ ANIMALE UOMO !

Soltanto da pochi anni, infatti, le Neuroscienze e la Biologia (in particolare le ultime ricerche sull’Etologia umana e sulla Neurobiologia) hanno identificato quattro habitat ideali per l’animale uomo, definendone caratteristiche e funzionalità.

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COSA FARE QUINDI…?

COME DOBBIAMO COMPORTARCI SE SI PRESENTANO DEI SINTOMI? COME RICONQUISTARE L’EQUILIBRIO PSICOFISICO, SE INSTAURA UNO STATO DI MALESSERE? COSA FARE SE SI RISCONTRANO PROBLEMI EMOZIONALI, COMPORTAMENTALI O VERE E PROPRIE PATOLOGIE?

Semplice: dopo essersi rivolti al medicoper avere una diagnosi ed una terapia classica (farmacologica) oppure allo psicoterapeuta per una diagnosi e una terapia è fondamentale ripristinare il corretto habitat emozionale, esattamente come si farebbe con il pesce rosso che, reinserito nel suo ambiente, non presenta più alcun malessere!

In sintesi: per favorire il riequilibrio rispetto allo stato patologico, indipendentemente da qualsiasi farmaco o terapia si decida di intraprendere, è fondamentale reintrodurre l’animale nel proprio specifico habitat ideale.

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DOVE TROVARE ALLORA LE INFORMAZIONI PER CONOSCERE L’HABITAT IDEALE PER L’ANIMALE UOMO?

La risposta è molto semplice: è sufficiente rivolgersi alla persona più idonea per avere questo tipo di informazioni cioè ad un esperto di comportamento animale.

La scienza che studia il comportamento animale e che definisce gli habitat ideali per le varie specie è l’Etologia per cui è necessario rivolgersi ad un esperto dell’habitat dell’animale uomo ovvero ad un esperto di Etologia umana .

L’Etologo non è un Medico e non è uno Psicologo ma un Biologo che conosce perfettamente l’habitat di ogni animale, compreso quello dell’animale uomo.

E COME È POSSIBILE CHE LA SEMPLICE CONOSCENZA DELL’HABITAT DELL’ANIMALE UOMO POSSA FAVORIRE IL RIEQUILIBRIO ENERGETICO E, DA QUESTO, MIGLIORARE LO STATO DI SALUTE?

Il motivo per cui conoscere e fornire il giusto habitat può essere sufficiente per scongiurare emozioni negative o disturbi dell’organismo ad essi correlati è stato svelato dalle ultime scoperte dalla Neurobiologia sul funzionamento del cervello:

IL CERVELLO VA INCONTRO AD UN FORTISSIMO INDEBOLIMENTO

QUANDO NON VIVE NELL’HABITAT EMOZIONALE IDONEO

perde i punti di riferimento interni, produce ormoni dello stress che modificano i rapporti tra le aree cerebrali, modifica i circuiti neuronali e per tale motivo dà luogo a squilibri energetici, problemi emozionali, comportamentali e altera il sistema PNEI (psico-neuro-endocrino-immunitario) determinando la nascita di moltissimi stati di malessere e dei più vari disturbi dell’organismo.

In tal caso, l’Etologo non cura né il tuo pesce rosso né il leone né tanto meno l’animale uomo (per questo infatti ci sono i medici e gli psicoterapeuti) tuttavia può fornire tutte le informazioni e le conoscenze necessarie e indispensabili per individuare in quale habitat far vivere il pesce, il leone e qualsiasi altro animalecosì da evitare che si creino stati di squilibrio energetico ovvero di malessere.

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CONCLUSIONE: soffriamo di ansia, di panico e di altri problemi delle emozioni e del comportamento poiché non conosciamo a sufficienza l’habitat in cui la nostra parte animale ha bisogno di vivere!

SOLUZIONEconoscere l’Etologia umana per capire cosa fare per stare bene e quale habitat situazionale ricreare intorno a noi.

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