Da 25 anni studio le aree di memoria del cervello e, in particolare, mi occupo di comprendere le correlazioni tra le informazioni in esse registrate e la genesi delle sofferenze emotive, prendendo in considerazione il funzionamento dei circuiti del sistema limbico, del mesencefalo e le caratteristiche dei neuroni dopaminergici ex ante: si tratta di aree neuronali autonome e indipendenti dalla nostra volontà, responsabili della genesi delle nostre sofferenze emotive!

Insieme con il mio team (la dott.ssa Monica Scirica, psicoterapeuta e la dott.ssa Sabrina Cecutto, psicologa) abbiamo studiato alcuni tra i più interessanti meccanismi di funzionamento del cervello e abbiamo individuato le caratteristiche di specifici circuiti neuronali per cui è stato possibile formulare una teoria innovativa che spiega come si possa limitare in maniera molto significativa la genesi delle sofferenze emotive più comuni, mettendo a punto un percorso formativo grazie al quale imparare tutte le strategie utili e necessarie per evitare che il cervello generi sofferenze emotive correlate con elementi destabilizzanti quali emozioni negative, pensieri intrusivi, sensazioni spiacevoli o comportamenti disfunzionali, come ad esempio ansia, paura, rabbia, tristezza, ossessioni, fissazioni, compulsioni, disistima, dubbi, insicurezze, preoccupazioni, attacchi di panico, comportamenti alimentari disfunzionali, problemi relazionali e scelte sbagliate.

Il mio lavoro consiste nell’insegnare come funziona il cervello per imparare:

  • come gestire gli strumenti che il cervello può utilizzare per evitare le sofferenze emotive
  • come funzionano le aree neuronali correlate con la genesi delle emozioni negative e dei pensieri intrusivi (i circuiti dopaminergici della ricompensa dell’area tegmentale ventrale del mesencefalo) così da individuare le azioni specifiche e simboliche che permettano di modificarne il comportamento automatico e di limitare significativamente la produzione della maggior parte delle sofferenze che proviamo nella nostra quotidianità.

Si tratta di un percorso formativo talmente distante e differente, concettualmente, da qualsiasi altra disciplina che, oltre a non essere una forma di terapia né tanto meno di psicoterapia, né volersi minimamente accomunare, associare, sostituire, confrontare o confondere con esse, si connota finanche di caratteristiche e peculiarità quasi addirittura in antitesi ed in contrasto con le basi portanti e con i paradigmi fondamentali delle altre materie, compresi quelli della Psicologia e delle numerose Scuole di psicoterapia.

Il percorso formativo che offro, infatti, insegna, spiega e descrive come e perché, nel nostro cervello, nascono le sofferenze emotive che ci affliggono così da imparare come intervenire velocemente e concretamente su circuiti realmente presenti nel cervello e soprattutto permette, per la prima volta, di interagire concretamente con le aree neuronali che sono le vere responsabili della genesi degli elementi destabilizzanti che generano sofferenze, di cui siamo vittime nella nostra quotidianità, così da ritrovare il benessere: un percorso formativo grazie al quale imparare quali azioni simboliche possano rappresentare i giusti stimoli alla produzione di neurotrasmettitori del benessere.

Seguire il percorso formativo che propongo vuol dire imparare da quali aree è composto il cervello e come fare per soddisfarne le richieste, in modo che esse non si rivoltino “contro di noi” generando sofferenze che poi cerchiamo di eliminare, spesso con difficoltà: secondo la teoria che abbiamo potuto elaborare in questi lunghi anni di studio, avvalendoci delle conoscenze delle Neuroscienze, dell’Etologia Umana e grazie a ricerche indipendenti autofinanziate, l’unico modo per raggiungere il benessere, e non essere più inermi (e inconsapevoli) vittime di automatismi del cervello che generano continuamente elementi destabilizzanti, consiste nel fornire al cervello gli input di cui le sue aree hanno necessità in modo che esse smettano ed evitino di produrre sofferenze.

Il percorso procede diversamente rispetto a come normalmente accade ovvero non agisce dopo che il cervello abbia generato sofferenze ma cerca di evitare che esso le produca.

Secondo la nostra Teoria, se si fornisce al cervello ciò di cui le sue aree hanno bisogno, si può ragionevolmente evitare che la sofferenza venga generata.

Secondo i nostri studi e le nostre ricerche, il grosso limite presente nelle discipline e nelle materie che si occupano di indagare il funzionamento del cervello è rappresentato dal fatto che esse si basano su paradigmi e conoscenze scientifiche a nostro avviso non sufficientemente approfondite ed esaustive, per quanto approvate ed ufficiali, perché non tengono conto del funzionamento particolarissimo, peculiare e specifico di alcune aree mesencefaliche e del sistema limbico, correlate con la genesi delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti, e non prendono in considerazione alcune loro caratteristiche intimamente connesse con la costruzione delle reti concettuali, dei concetti strutturanti del sistema cognitivo e con le memorie dei circuiti della ricompensa ovvero con i database di memoria, con le convinzioni errate del soggetto che costituiscono l’insieme delle sue credenze e si portano dietro errori di interpretazione e di lettura dei fenomeni intrapsichici che finiscono per ostacolare il benessere se non opportunamente modificate.

A nostro avviso, è molto molto difficile offrire una risoluzione efficace e definitiva delle sofferenze emotive senza prendere in considerazione il funzionamento delle aree neuronali sopradette, che sono strettamente ed intrinsecamente correlate, secondo i nostri studi, con la vera causa della genesi delle sofferenze.

Le teorie su cui le altre discipline (anche quelle ufficiali) si basano, attualmente non tengono conto dei meccanismi di funzionamento e delle correlazioni sopra descritte e quindi non possono agire sui Database di memoria del cervello, contenenti le reti concettuali che influenzano il sistema limbico, i neuroni del mesencefalo ed i loro automatismi: le discipline ufficiali possono senz’altro fornire una terapia e curare molte patologie (cosa che un percorso formativo non può e non pretende minimamente di fare) ma non agiscono sulle aree di memoria che fanno funzionare i circuiti dei neuroni dopaminergici.

In sintesi, la Scienza ufficiale, secondo il nostro parere, sottovaluta la presenza delle memorie presenti in talune aree del nostro cervello, che – a nostro avviso – sono le vere responsabili della genesi degli elementi destabilizzanti: venti anni di studio e di ricerche mi hanno portato a credere e ad affermare che le vere cause della genesi delle sofferenze emotive non sono quelle individuate fino ad oggi perché vengono completamente trascurate le aree neuronali realmente responsabili degli automatismi (che generano emozioni, pensieri, sensazioni e comportamenti) e della produzione dei più importanti neurotrasmettitori del benessere.

Un altro motivo per cui fino ad oggi è stato arduo affrontare e risolvere le sofferenze emotive generate dalle aree autonome del cervello è rappresentato dal fatto che sia stata attribuita pochissima importanza alle reti concettuali memorizzate (in alcune aree quasi inaccessibili del cervello) nei primi cinque anni di vita, e non si sono fatti in precedenza sufficienti sforzi per individuare gli strumenti operativi necessari per leggere tali informazioni nascoste eppure sono queste memorie residue -secondo i nostri studi e la nostra Teoria- a causare la genesi dell’85% delle sofferenze emotive che viviamo nella nostra vita!

Infine, le nostre ricerche hanno individuato e proposto, per la prima volta, gli strumenti operativi per modificare le reti concettuali e quindi per bloccare la produzione di elementi destabilizzanti: abbiamo inventato specifiche azioni espresse sotto forma di giochi di ruolo, contenenti messaggi simbolici e irrazionali, spesso correlati con concetti di sottomissione e di dominazione (guarda questo video per capire perché!). Secondo i nostri studi, esiste soltanto uno specifico linguaggio che il cervello è in grado di decodificare per registrare e quindi memorizzare nuove informazioni in questi specifici database di memoria così importanti così da modificare gli schemi e gli automatismi che generano sofferenza emotiva.

N.B. Un percorso formativo con le suddette caratteristiche può fornire tutte le informazioni necessarie e sufficienti per imparare come evitare la genesi delle sofferenze ed è utile e vantaggioso se effettuato da soggetti sani, che non abbiano cioè disturbi dell’apprendimento, disturbi psicologici di qualsiasi tipo o patologie per le quali sia necessario l’intervento di un medico, di uno psicoterapeuta o di uno psichiatra; viceversa, se è presente o se si sospetta una patologia fisica o psicologica di qualunque genere, un percorso formativo con queste caratteristiche potrebbe non dare i risultati sperati o essere anche inutile: se è presente o se si sospetta una patologia psichica o fisica si raccomanda di rivolgersi al proprio medico, allo psicoterapeuta o allo psichiatra di fiducia.

 


Nel video che segue, potete trovare una spiegazione ed una descrizione degli elementi destabilizzanti correlati con le nostre sofferenze.

Nel video che segue, potrete invece trovare una spiegazione sui motivi per cui, per evitare le sofferenze più comuni che ci affliggono nel quotidiano, più che intervenire sui singoli elementi destabilizzanti risulti in realtà molto più importante ed efficace fornire specifici stimoli sensoriali ed emozionali al nostro cervello.

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