VIDEO-INTERVISTA di Luciano Simonelli Parte 3 (di 4)
VIDEO-INTERVISTA di Luciano Simonelli Parte 3 (di 4)
VIDEO-INTERVISTA di Luciano Simonelli Parte 3 (di 4)
VIDEO-INTERVISTA di Luciano Simonelli Parte 4 (di 4)
VIDEO-INTERVISTA di Luciano Simonelli Parte 1 e 2 (di 4)
Dentro il cervello – terza intervista di Luciano Simonelli al dott. Tancredi Militano
Il triste fenomeno della violenza sulle donne: una nuova soluzione dalle Neuroscienze per arginare e risolvere questo assurdo problema sociale.
Diventare un buon genitore oggi si può! Al via “Genitori DOC”: il corso per genitori che insegna come crescere figli sereni. .
“Durante le lezioni, dedicate ai genitori con bambini fino ai 12 anni di età, Tancredi Militano, tra i maggiori esperti di Neuroscienze ed Etologia Umana, illustrerà una metodologia in grado di svelare i meccanismi di funzionamento del cervello dei bimbi e insegnerà agli adulti come educare “il cervello razionale ed emotivo del proprio figlio. Il corso mira a fornire ai genitori quelle competenze necessarie per favorire un corretto sviluppo dei propri figli, limitando la possibilità di commettere errori che potrebbero influenzare negativamente la crescita dei bambini.
Secondo nuovissimi studi, fornire stimoli adeguati a quest’area è così importante che un semplice involontario e inconsapevole errore nel nostro comportamento sociale o nella scelta del nostro habitat emozionale può causare una sofferenza in specifiche regioni cerebrali da cui possono nascere patologie della mente e del corpo, spiega l’esperto”. (Notizia da SkyTG24 del 15 luglio)
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Il primo ciclo di lezioni avrà inizio il prossimo settembre ed avrà una durata complessiva di tre mesi, distribuiti in un incontro settimanale (a scelta: durante la settimana dalle 18.00 alle 20.30 oppure la domenica mattina dalle 9.30 alle 12.00) che si terrà presso il “Centro Copernico” di via Copernico 38 a Milano.
“Cosa pensa un bambino? Quali emozioni prova? Come comunicare con lui nel modo giusto? Quando è meglio rispettare il suo bisogno di fare da sé? Cosa fare quando fa i capricci? Queste e molte altre domande accompagnano la vita di tutti i genitori nell’impresa di educare un figlio.
Dal nostro punto di vista «educare» non è altro che la capacità di sostenere il bambino nel suo sviluppo cerebrale affinché un giorno possa essere libero di raggiungere i suoi obiettivi e di stare bene con sé stesso. Tutti noi sappiamo quanto i genitori abbiano un’influenza sullo sviluppo intellettivo ed emotivo del bambino, ma fondamentalmente non si ha idea di come funzioni il suo cervello, di come si sviluppi o di come si possa favorirne la maturazione.
Grazie alle Neuroscienze, e in particolare allo studio delle connessioni tra le varie aree del cervello, abbiamo sviluppato una metodologia in grado di aiutare veramente i genitori a capire come possano influire in modo positivo sullo sviluppo dei figli, aiutandoli a diventare adulti sereni”, così il dottor Militano commenta le motivazioni per le quali ha deciso di dar vita, insieme alla dottoressa Scirica, a questo corso”. (Notizia ANSA del 12 luglio 2019)
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Art. 32 della Costituzione italiana: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività “.
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Come si tutela la salute?
Soltanto con i farmaci o anche con l'informazione e la conoscenza, divulgando e mettendo a disposizione di ogni individuo che ne voglia usufruire le ultime scoperte sui meccanismi di funzionamento del cervello e dell'intero organismo?
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Le Neuroscienze e L’Etologia Umana sono oggi in grado di fornire tutte le informazioni e le conoscenze necessarie per mantenere la salute del corpo e della mente ed evitare che si alteri l’equilibrio psicofisico!
Una adeguata conoscenza dei meccanismi di funzionamento del cervello, grazie alle ultime scoperte delle Neuroscienze, permette di evitare squilibri energetici che possono dar luogo a molte patologie correlate con le emozioni, con il comportamento e con il funzionamento degli organi interni e dei sistemi del nostro corpo.
La conoscenza è fondamentale per mantenere lo stato di salute e la divulgazione delle conoscenze scientifiche è un diritto/dovere di ogni cittadino, per sé stesso e per le generazioni future.
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GESTIRE LE EMOZIONI E NON SOFFRIRE PIÙ DI ANSIA, DI ATTACCHI DI PANICO O DI PROBLEMI EMOTIVO – COMPORTAMENTALI È POSSIBILE: BISOGNA PERÒ CONOSCERE COME FUNZIONA IL CERVELLO!
Perché proviamo ansia? Perché arrivano gli attacchi di panico? Perché esistono i disturbi ossessivo-compulsivi e perché viviamo emozioni negative?
Come possiamo fare per evitare tutto ciò?
Come ci dimostrano le ultime scoperte delle Neuroscienze e della Neurobiologia, in moltissimi casi è sufficiente conoscere i meccanismi di funzionamento del cervello per mantenere lo stato di salute e per scongiurare i problemi delle emozioni e dell’intero organismo!
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PER CAPIRE COME SIA POSSIBILE CHE UNA SEMPLICE CONOSCENZA DEI MECCANISMI DI FUNZIONAMENTO DEL CERVELLO PORTI ALLA SOLUZIONE DI MOLTI PROBLEMI PSICOFISICI, FACCIAMO UNA PRIMA RIFLESSIONE INSIEME:
Cosa succederebbe se mettessimo un pesce rosso fuori dall’acqua?
Il pesce rosso comincerebbe a vivere uno stato di malessere, a saltare e ad agitarsi perché andrebbe immediatamente in carenza di ossigeno!
Potremmo dire che è ansioso? Qualcuno affermerebbe che il pesce rosso è malato, che ha un problema emozionale o comportamentale o che ha un attacco di panico…? Qualcuno lo definirebbe ossessivo compulsivo, consiglierebbe di somministrare dei farmaci o di studiargli la psiche?
No, ovviamente!
E perché?
Perché tutti CONOSCIAMO quali sono le necessità di un pesce rosso ovvero sappiamo di cosa ha bisogno per stare bene e tutti conosciamo qual è il suo habitat ideale! E tutti sappiamo e capiamo che il pesce rosso non è malato ma si trova in un habitat a lui non congeniale!
In questo caso, la CONOSCENZA ci permetterebbe di risolvere velocemente il problema e di non far perdere tempo prezioso al pesce rosso.
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E cosa succederebbe se trasportassimo un leone al polo nord?
Il leone comincerebbe a vivere uno stato di malessere, soffrirebbe e probabilmente svilupperebbe qualche patologia…
Sarebbe il caso di somministrargli dei farmaci o di capire quali traumi ha avuto quando era cucciolo?
Beh, potrebbe anche essere il caso di somministrare dei farmaci (se la situazione lo richiedesse) ma di certo tutti CONOSCIAMO i bisogni di un leone e saremmo d’accordo nel pensare che la cosa più importante ed urgente da fare è quella di riportare il leone nel suo giusto habitat !
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E ALLORA PERCHÉ NON APPLICHIAMO LO STESSO RAGIONAMENTO PER L'”ANIMALE UOMO“?
Anche l’animale uomo ha bisogno di uno specifico habitat per vivere bene e per non andare incontro a problemi emozionali, comportamentali o fisici!
Se facciamo vivere l’animale uomo in un habitat non congeniale, come nei due esempi sopra esposti, non possiamo pretendere che esso rimanga in salute: sarà pressocché inevitabile che sviluppi uno stato di malessere.
Perché allora non ci preoccupiamo di CONOSCERE e di IMPARARE qual è l’habitat ottimale affinché l’animale uomo non sviluppi disturbi del corpo e della mente? Perché non proviamo a CAPIRE e APPRENDERE come funziona il cervello dell’animale uomo e di quali habitat ha bisogno per mantenere lo stato di salute e non produrre emozioni negative da dover gestire?
E perché mai, quando si è ormai instaurata una patologia, oltre a definirlo subito “malato”, sottoponendolo a terapie farmacologiche e/o psicologiche, non reintroduciamo l’animale uomo nel suo habitat ideale, come faremmo con qualsiasi altro animale?!
LA SPIEGAZIONE È SEMPLICE: CONOSCIAMO GLI HABITAT DEGLI ALTRI ANIMALI MA NON QUELLO DELL’ ANIMALE UOMO !
Soltanto da pochi anni, infatti, le Neuroscienze e la Biologia (in particolare le ultime ricerche sull’Etologia umana e sulla Neurobiologia) hanno identificato quattro habitat ideali per l’animale uomo, definendone caratteristiche e funzionalità.
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COSA FARE QUINDI…?
COME DOBBIAMO COMPORTARCI SE SI PRESENTANO DEI SINTOMI? COME RICONQUISTARE L’EQUILIBRIO PSICOFISICO, SE INSTAURA UNO STATO DI MALESSERE? COSA FARE SE SI RISCONTRANO PROBLEMI EMOZIONALI, COMPORTAMENTALI O VERE E PROPRIE PATOLOGIE?
Semplice: la prima (ovvia) cosa da fare è consultare ii medico per una diagnosi e una classica terapia allopatica, poi però si deve operare esattamente come si farebbe con il pesce rosso che, reinserito nel suo ambiente, non presenta più alcun malessere!!!
Per permettere infatti a qualsiasi organismo animale di riequilibrarsi autonomamente, in modo che lo stato patologico si risolva, indipendentemente da qualsiasi farmaco o terapia esterna (che nel frattempo può anche essere somministrata, a discrezione del medico) è fondamentale reintrodurre l’animale nel proprio specifico habitat ideale.
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DOVE TROVARE ALLORA LE INFORMAZIONI PER CONOSCERE L’HABITAT IDEALE PER L’ANIMALE UOMO ?
Anche in questo caso la risposta è molto semplice: è sufficiente rivolgersi alla persona più idonea per avere questo tipo di informazioni cioè ad un esperto di comportamento animale.
La scienza che studia il comportamento animale e che definisce gli habitat ideali per le varie specie è l’Etologia per cui, che lo si voglia ammettere o che si preferisca restare nell’ignoranza o nella misconoscenza, la verità è comunque una: l’unico esperto conoscitore dell’habitat dell’animale uomo è l’Etologo.
L’Etologo non è un Medico e non è uno Psicologo ma un Biologo che conosce perfettamente l’habitat di ogni animale, compreso quello dell’animale uomo.
E COME È POSSIBILE CHE LA SEMPLICE CONOSCENZA DELL’HABITAT DELL’ANIMALE UOMO POSSA SCONGIURARE GLI STATI ANSIOSI, GLI ATTACCHI DI PANICO, LE PAURE, I DISTURBI OSSESSIVI, COSÌ COME LE MALATTIE PSICOSOMATICHE O I DISTURBI CORRELATI CON LE EMOZIONI?
E SE I DISTURBI SONO GIÀ IN ATTO?
Il motivo per cui conoscere e fornire il giusto habitat può essere sufficiente per scongiurare emozioni negative o disturbi dell’organismo ad essi correlati è stato svelato dalle ultime scoperte dalla Neurobiologia sul funzionamento del cervello:
IL CERVELLO VA INCONTRO AD UN FORTISSIMO INDEBOLIMENTO
QUANDO NON VIVE NELL’HABITAT EMOZIONALE IDONEO
perde i punti di riferimento interni, produce ormoni dello stress che modificano i rapporti tra le aree cerebrali, modifica i circuiti neuronali e per tale motivo dà luogo a squilibri energetici, problemi emozionali, comportamentali e altera il sistema PNEI (psico-neuro-endocrino-immunitario) determinando la nascita di moltissimi stati di malessere e dei più vari disturbi dell’organismo.
In tal caso, l’Etologo non cura né il tuo pesce rosso né il leone né tanto meno l’animale uomo (per questo infatti ci sono i medici e gli psicoterapeuti) tuttavia fa una cosa semplice, intelligente e fondamentale: fornisce tutte le informazioni e le conoscenze necessarie e indispensabili per individuare in quale habitat far vivere il pesce, il leone e qualsiasi altro animale, così da evitare che si creino stati di malessere.
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CONCLUSIONE: soffriamo di ansia, di panico e di altri problemi delle emozioni e del comportamento poiché non conosciamo a sufficienza l’habitat in cui la nostra parte animale ha bisogno di vivere!
SOLUZIONE: conoscere l’Etologia umana per capire cosa fare per stare bene e quale habitat situazionale ricreare intorno a noi.
L’Etologia Umana ci insegna che l’animale uomo, PER POTER MANTENERE LO STATO DI SALUTE, ha bisogno di un habitat specie-specifico, come d’altronde ogni altro animale, ma presenta due esigenze che lo rendono molto diverso da tutti gli altri: la prima è la spiccata necessità di componenti sentimentali più intense quali l’amore, l’affetto, le attenzioni, la profondità e il fervore emotivo delle relazioni e dei legami intimi, il calore umano e tutte le altre meravigliose colorazioni romantiche che è capace di percepire il nostro cervello. La seconda è il bisogno di contatto fisico e di attenzioni corporee.
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La componente sentimentale e il contatto fisico stimolano le aree del piacere relazionale e quelle del piacere fisico, danno luogo a sensazioni di benessere e di appagamento profondo e favoriscono l’equilibrio energetico, allontanando emozioni negative e sofferenze psicofisiche.
Il cervello dell’animale uomo è costruito geneticamente (ed è anche programmato dall’educazione ricevuta) a dare estrema importanza alle relazioni affettive e alle sensazioni corporee gratificanti.
Esistono delle aree cerebrali che letteralmente si nutrono di affetto, di amore, di calore umano e di contatto fisico e ne hanno necessità a tal punto che una frustrazione del loro bisogno può mandarle in crisi: quando ciò accade il cervello non è più in grado di presiedere alla produzione e al controllo delle EMOZIONI NEGATIVE tanto da generare i problemi psichici e fisici di cui soffriamo nel quotidiano!
In particolare, la Neurobiologia ha individuato come -nella specie umana- l’aspetto legato alla sfera sentimentale e alcontatto fisico-corporeo (la necessità di un contatto fisico vero e proprio) sia preponderante ed estremamente necessario. Gli stimoli positivi generati sul cervello dall’affetto e dal contatto fisico -da non confondersi con le effusioni legate alla sfera sessuale- agiscono su specifiche aree cerebrali importantissime nella produzione di endorfine; queste aree -opportunamente stimolate- garantiscono la produzione di neuropeptidi, di ormoni e di segnali chimico-elettrici in grado di agire sul tono dell’umore, di aumentare le difese immunitarie, di stimolare le capacità di riparazione e di riequilibrio psicofisico, di mantenere lo stato di salute o di diminuire i tempi di guarigione e di convalescenza, di risolvere in maniera spontanea emozioni negative e stati psicofisici alterati fino al riequilibrio completo e al ripristino della salute dell’intero organismo, malattie organiche comprese!
In altre parole, quando si verifica un deficit di componenti sentimentali e di emozioni relazionali, di contatto umano e di contatto corporeo (abbracci, coccole, gesti empatici, manifestazioni di affetto – indipendenti e non concernenti la sfera sessuale) una parte del nostro cervello entra in uno stato di sofferenza che determina la mancata produzione di neuropeptidi capaci di regolare e mantenere il tono dell’umore e produce un indebolimento generalizzato, colpendo tutte le altre aree cerebrali, anche quelle direttamente correlate con l’idea di sé, con l’autostima, con la forza interiore, con la sicurezza e con la produzione di emozioni positive, con la sensazione di benessere psichico e fisico: queste aree cerebrali, se entrano in deficit funzionale, determinano la perdita di autostima, la nascita di idee di insicurezza, la sfiducia in se stessi, l’incapacità di produrre un rilassamento e una tranquillità emotiva, fino ad arrivare alla nascita di paure, fobie, ossessioni, ansie, attacchi di panico, insicurezze e sensazione di non valere nulla.
In molti casi, nella nostra quotidianità, si verifica una estrema carenza di componenti sentimentali e di contatto corporeo per cui non si riesce a ricreare l’habitat ideale di cui il cervello animale ha estremamente bisogno. Ciò accade sia per problemi oggettivi di tempo sia per mancanza delle occasioni d’incontro, sia per come è organizzata la società, per la tipologia delle relazioni superficiali che normalmente si creano nella nostra vita quotidiana sia per le difficoltà di riprodurre situazioni idonee al percepire affetto (passiamo la maggior parte del nostro tempo in ambienti lavorativi competitivi o spesso ostili e abbiamo difficoltà a ritagliare del tempo per noi stessi a causa dei mille impegni sociali, lavorativi e familiari).
In aggiunta a tali difficoltà oggettive quotidiane, esistono anche altri due problemi: siamo educati e abituati a cercare la sofferenza, la sterile polemica, la critica, il giudizio negativo e non siamo educati al piacere né al ricercare il contatto umano, che indurrebbe le nostre aree cerebrali a produrre benessere ed emozioni positive. Il secondo problema riguarda la presenza di specifiche aree cerebrali che ostacolano e addirittura impediscono l’espressione del fortissimo bisogno di affetto e di contatto fisico, presente nella parte istintuale del cervello!
Queste aree cerebrali contengono impedimenti – divieti – sensi di colpa inconsci, nascosti dentro di noi, che non sappiamo nemmeno di avere, costruiti dal cervello autonomo nei primi 4 anni di vita: essi generano, nella parte cosciente, le sensazioni di imbarazzo, di vergogna e di paura che ci assalgono quando dobbiamo manifestare una nostra necessità o un nostro bisogno d’affetto.
Oltre ad avere difficoltà a ricostruire le condizioni esterne per ricevere affetto – dovute a problemi oggettivi della quotidianità – abbiamo dunque delle aree cerebrali che ci vietano di desiderare proprio ciò di cui abbiamo profondamente bisogno!
L’educazione ricevuta nei primi anni di vita, nell’infanzia e nella prima adolescenza ci spingono poi ad essere come gli altri ci vorrebbero: siamo attenti a piacere agli altri e non siamo programmati né abituati né allenati ad essere ciò che siamo né a fare ciò che vorremmo né ad ottenere ciò che desideriamo né tanto meno a chiederlo né a soddisfare i nostri bisogni più veri e profondi di affetto.
E’ giusto ed è normale dar piacere agli altri nonché voler piacere ed essere giudicati positivamente dagli altri e dalle persone care, accontentandole… ma così facendo, senza accorgercene, finiamo per trascurare noi stessi e i nostri bisogni: veniamo istruiti a piacere agli altri e questo fa sì che non riusciamo più ad essere noi stessi. Siamo ciò che gli altri si aspettano da noi.
Questo determina vuoti sentimentali, deficit di amore e di attenzioni fisiche ed affettive così tanto che il cervello non riceve ciò di cui ha istintivamente bisogno e va in TILT.
QUANDO IL CERVELLO VA IN CARENZA DI EMOZIONI E DI ATTENZIONI CORPOREE, FISICHE ED AFFETTIVE, DIVENTA FRAGILE, PERDE IMPORTANTI PUNTI DI RIFERIMENTO INTERNI, SI INDEBOLISCE E NON E’ PIÙ IN GRADO DI CONTROLLARE LE EMOZIONI NEGATIVE: ANSIA, PAURE, PANICO E INSICUREZZE PRENDONO IL SOPRAVVENTO.
Siamo così tanto programmati ed istruiti a piacere agli altri (siamo estremamente attenti a farci giudicare bene e a far stare bene gli altri) da trascurare i nostri bisogni, da non manifestare le nostre necessità d’affetto, divenendo incapaci di ricostruire il giusto habitat intorno a noi, necessario invece per stare bene e per scongiurare squilibri energetici.
L’habitat ideale per l’animale uomo prevede invece che il nostro cervello istintuale – il nostro corpo – la nostra anima – ricevano attenzioni, amore, calore umano, coccole… anche e soprattutto fisicamente!
Nella nostra società, la componente affettivo-corporea è particolarmente trascurata, al contrario di quanto accade negli habitat degli altri animali sociali, che passano gran parte del tempo a riservarsi attenzioni fisiche reciproche. Siamo la specie animale che più di tutte ha bisogno di componenti affettivo-corporee ma siamo quella meno capace di ottenerle a causa di divieti sociali e inconsci!
Siamo abituati a mettere barriere agli altri, ci vergogniamo, ci imbarazziamo e abbiamo paura di apparire bisognosi, fragili, stupidi… eppure abbiamo estremamente bisogno di amore che però… non chiediamo!
Non sappiamo chiedere, non sappiamo ottenere e non sappiamo conquistare; nella nostra specie si è perso l’istinto relazionale e di conquista: siamo estremamente attenti al giudizio e pensiamo di non valere abbastanza, di non avere niente di speciale, di non meritare l’affetto e le attenzioni.
E ci aspettiamo che qualcuno ci dia quello che ci manca, senza che noi nemmeno lo chiediamo, nascondendoci dietro la scusa: “Non lo chiedo perché lo deve capire da solo!”
Nella specie umana siamo particolarmente votati al sacrificio e ci impegniamo a “dare” pensando che ci basti per essere felici… ma non è così! E’ solo una stupida bugia che inutilmente ci raccontiamo e che porta al deficit emozionale e alla genesi di tutte le patologie ad esso collegate.
Produrre emozioni positive e ricreare lo stato di salute è possibile ed è semplice; basta ricostruire attorno a noi il giusto habitat emozionale e conoscere le regole di funzionamento del cervello. Le Neuroscienze forniscono un aiuto concreto e veloce attraverso l’Emotional Training®, un percorso di conoscenza per ritrovare il benessere dell’intero organismo ed il riequilibrio energetico psicofisico.
Soffri di una patologia del corpo o di un problema correlato con le le emozioni?
Potrebbe essere dovuta ad un “errore” del tuo cervello!
Nel 1981 è stata pubblicata la prima edizione di Psychoneuroimmunology a cura di Robert Ader, PhD in Psicologia alla Cornell University, dal 1968 professore di Psichiatria e Psicologia alla University of Rochester School of Medicine and Dentistry. Secondo la Psychoneuroimmunology ovvero secondo la PNEI (la Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia), le patologie del corpo e della mente sono dovute a squilibri psicofisici provocati dalle emozioni negative in eccesso, che agiscono sul sistema nervoso, sul sistema endocrino e sul sistema immunitario con conseguenze sull’intero organismo.
In questo video parleremo di come – secondo la PNEI e secondo molte altre correnti di pensiero – molti disturbi del corpo e della mente siano la conseguenza degli stimoli ambientali in eccesso o in difetto, presenti nella nostra quotidianità (definita “habitat emozionale”).
Gli stimoli ambientali generano una stimolazione dei centri di controllo del cervello che, a loro volta, possono attivare la produzione di emozioni, l’attivazione del sistema endocrino o del sistema nervoso ed il coinvolgimento del sistema immunitario producendo squilibri energetici e, da questi, successivamente, veri e propri disturbi psicofisici .
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Il cervello è costituito da cento miliardi di neuroni suddiviso in un elevato numero di aree interconnesse: si stima che ce ne siano più di 5.000, ognuna con la propria funzione!
Il cervello è costituito da una parte autonoma che lavora in modo totalmente indipendente dalla nostra volontà e da una parte, di cui siamo proprietari, costituita dall’area che comanda la muscolatura volontaria e da quella che dirige una delle due aree del pensiero.
Pochi sanno che esistono due aree del pensiero ma soltanto una è di nostra proprietà; l’altra area è responsabile dei pensieri ossessivi, delle preoccupazioni, dell’ansia, delle paure, dei bisogni incontrollabili di cibo o di altre dipendenze ovvero è responsabile di tutti quei pensieri che non vorremmo fare ma che di fatto prendono il sopravvento e divengono più forti di noi, come accade quando non riusciamo a non pensare alla persona amata, magari dopo la fine di una relazione: il pensiero finisce sulla persona amata e non possiamo fare assolutamente nulla per evitarlo!
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I COMPITI DEL CERVELLO
In sintesi, il lavoro del cervello si può riassumere in 5 azioni, fondamentali per la vita dell’intero organismo:
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-1 ANALISI DEI DATI PROVENIENTI DALL’ORGANISMO STESSO E REGOLAZIONE DELL’OMEOSTASI
Questa è una funzione svolta dalla parte autonoma del cervello: essa controlla tutti i dati provenienti dall’interno dell’organismo e regola le funzioni di tutto il corpo, in modo automatico e indipendente dalla nostra volontà cosciente. Essa è in grado anche di comunicare con noi: ci invia dei segnali (come ad esempio la sensazione di fame, il bisogno di bere, la necessità di dormire, ecc.) per informarci di ciò che “è necessario per l’equilibrio energetico e per l’omeostasi di tutto il corpo”.
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-2 OSSERVAZIONE DEI DATI PROVENIENTI DALLA REALTÀ ESTERNA
Il cervello compie un continuo ed incessante controllo dei dati provenienti dalla realtà esterna che vengono osservati e conosciuti attraverso i sensi.
Negli animali, il controllo della realtà esterna è fondamentale per la sopravvivenza, per la difesa o per la ricerca del cibo: si pensi ad un’antilope che deve tenere sotto controllo il territorio nelle immediate vicinanze per poter scongiurare l’attacco di un animale feroce!
Si stima che il nostro cervello cosciente sia in grado di utilizzare 7 canali di controllo per analizzare contemporaneamente sia ciò che accade nella realtà esterna che i nostri stessi pensieri (in alcuni individui il numero scende a 5 mentre altre persone sono in grado di utilizzare 9 canali di controllo). Esso può dunque tenere sotto controllo sette stimoli, alcuni provenienti dai nostri 5 sensi e altri dalle due aree del pensiero.
In alcuni casi, un unico evento esterno può impegnare tutti e 7 i canali nello stesso istante (come ad esempio può accadere ad un pilota di formula uno che utilizza tutte le risorse mentali per restare concentrato ed affrontare una curva a 200 km/h) mentre in altri casi, è un evento interno (come ad esempio un pensiero) ad impegnare tutti i canali a disposizione, tanto che la realtà esterna sembra scomparire, come avviene ad esempio quando un professore in aula ci spiega un argomento e noi ci perdiamo nei nostri pensieri, cancellando completamente ogni parola detta dall’insegnante, come se non fossimo stati lì!
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-3 ANALISI DEI DATI PROVENIENTI DALLA REALTÀ ESTERNA
Il dato osservato viene analizzato da una importantissima area filtro che lo studia meticolosamente e determina quale strada esso dovrà seguire ovvero decide con quali altre aree cerebrali dovrà interagire il dato proveniente dalla realtà esterna. L’area filtro ha la totale responsabilità sulle decisioni successive all’osservazione del dato esterno: essa e solo essa deciderà se il dato dovrà essere semplicemente etichettato come “informazione” e quindi archiviato (nelle aree di memoria a breve o a lungo termine) o se dovrà essere prodotta una risposta da parte dell’area autonoma del nostro cervello (generando ad esempio un’emozione) fino ad attivare successivamente anche una risposta guidata dalla nostra volontà cosciente.
Come vedremo, l’area filtro è importantissima ed è sempre attiva: essa analizza tanto il dato proveniente dall’esterno quanto i dati provenienti dal nostro interno come i pensieri, le sensazioni o le emozioni stesse! E’ l’area che ci permette di spiegare ciò che accade e di rispondere agli eventi analizzati.
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-4 ARCHIVIAZIONE/MEMORIZZAZIONE
Se l’area filtro non ritiene utile produrre una risposta, il dato viene semplicemente archiviato in un database: il cervello in tal caso si comporta come un enorme archivio di informazioni, più o meno disponibili alla nostra parte cosciente.
Se il dato proveniente dalla realtà esterna viene semplicemente archiviato e la risposta da parte del cervello non si manifesta nei momenti immediatamente successivi all’osservazione e il dato viene archiviato, non è detto tuttavia,
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-5 RISPOSTA
Se l’area filtro etichetta il dato come significativo e ritiene necessaria una risposta, vengono attivate molte altre aree cerebrali come la fabbrica delle emozioni, l’area del ragionamento complesso fino a coinvolgere il sistema nervoso, il sistema endocrino e il sistema immunitario!
La risposta del cervello di fronte ai dati provenienti dalla realtà esterna sarà oggetto di approfondimento e di ampia disquisizione da parte di Leneuroscienze.it poiché le scoperte degli ultimi dieci anni in ambito biologico, etologico e neuroemozionale sono di fondamentale importanza per il mantenimento o il ripristino della salute e la risoluzione di moltissimi stati patologici, molto più di quanto non si fosse mai immaginato: è stato osservato come il cervello sia coinvolto o addirittura responsabile della genesi di moltissime patologie fino ad oggi studiate, anche di quelle che fino ad ora si imputavano ad altre cause!
Questa è una osservazione straordinariamente importante poiché apre la strada alla possibilità di risolvere moltissimi stati patologici, riguardanti le emozioni, i comportamenti o gli organi interni, senza bisogno di farmaci o terapie e molti medici e ricercatori concordano ormai sulla necessità di conoscere il cervello per poter curare le malattie!
Il dr. Enzo Soresi, tisiologo, anatomopatologo, oncologo, nel suo libro “Il cervello anarchico” parla di come il cervello da solo possa curare una patologia senza l’ausilio di alcun farmaco:
«Una cara amica soffriva di bronchiettasie bilaterali. Antibiotici su antibiotici.» – racconta il dr. Soresi – «Qual era il movente? Non andava più d’accordo col marito. Per due anni non la vedo. La cerco al telefono: “Enzo, mi sono separata, vado in chiesa tutte le mattine, sto bene”. L’assetto psichico stabilizzato le ha consentito di ritrovare la salute».
«È sufficiente conoscere come funziona il cervello» – osserva il dr. Tancredi Militano, Biologo esperto di Meccanismi di funzionamento delle aree irrazionali del cervello – «e fornire ad esso gli stimoli corretti affinché ripari il corpo anziché attivare risposte disfunzionali che lo facciano ammalare!»
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LE RISPOSTE DEL CERVELLO E LA GENESI DEI PROBLEMI EMOZIONALI, COMPORTAMENTALI E ORGANICI
Come già detto, l’area cerebrale responsabile delle risposte del cervello è rappresentata dall’area filtro e le risposte del cervello possono esprimersi attraverso un ampio ventaglio di possibilità che possono coinvolgere anche negativamente la nostra quotidianità e minare il nostro benessere e la nostra salute:
le risposte del cervello possono determinare infatti la produzione di emozioni negative, di paura, di panico, di rabbia o coinvolgono il sistema nervoso, che può provocare mal di testa o interferire con le ghiandole endocrine (per esempio con le pompe protoniche per la produzione di acido cloridrico), determinando reflusso o iperemia della mucosa gastrica – aprendo la strada alla colonizzazione da parte dell’Helicobacter pylori – fino a causare gastriti vere e proprie.
Le risposte del cervello (determinate dalle decisioni operate nell’arco di pochi millisecondi da parte dell’area filtro) possono coinvolgere la risposta anticorpale che può risultare molto meno pronta ed efficace, portando all’instaurarsi di infezioni batteriche ricorrenti (cistiti, tonsilliti, vaginiti, ecc.) o addirittura può trasformarsi in una risposta anticorpale mirata contro i nostri stessi organi interni o altri distretti corporei (malattie autoimmuni) che non dovrebbero essere aggrediti dai nostri anticorpi!
Infine, per concludere, le risposte del cervello indotte dall’area filtro possono coinvolgere il sistema ormonale provocando problemi al ciclo mestruale, mal di testa, nausee, presenza di peluria eccessiva (irsutismo), perdita di capelli, problemi del metabolismo che rendono difficile la buona riuscita delle diete fino a giungere a problemi di infertilità o di difficoltà a portare a termine una gravidanza.
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L’AREA FILTRO
L’area filtro decide se il dato osservato deve assumere la caratteristica di stimolo e quindi produrre una risposta o se esso dev’essere considerato come una informazione da archiviare. Per compiere questa scelta, l’area filtro ha a disposizione tre strumenti:
1) l’interpretazione
2) l’aspettativa
3) l’interesse/adattamento
Come già detto, per produrre una risposta al dato osservato, il cervello coinvolge altre aree cerebrali, interconnesse tra loro, che possono modificare l’intero organismo in modo funzionale o patologico:
«Se l’area filtro ha funzionato correttamente, nell’osservazione dei dati provenienti dalla realtà esterna» – osserva il dr. Militano – «il cervello coinvolge la fabbrica delle emozioni, l’area del ragionamento complesso, il sistema nervoso, il sistema endocrino ed il sistema immunitario in modo utile e funzionale all’equilibrio energetico dell’intero organismo oppure semplicemente archivia il dato senza alcuna altra azione-attivazione specifica di altre aree, sistemi o apparati; viceversa, se l’area filtro ha commesso degli errori, nell’osservazione dei dati provenienti dalla realtà esterna, la risposta che il cervello produce risulta senz’altro eccessiva e diviene disfunzionale portando l’intero organismo a manifestare un sintomo! Si è visto che esistono aree distruttive del cervello che sono in grado di attaccare e danneggiare l’area filtro tanto che essa non funzioni più correttamente ma a situazione può essere risolta grazie alle ultime scoperte delle Neuroscienze».
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IN SINTESI
Fabbrica delle emozioni –> responsabile di ansia, panico, paure: ci fa provare rabbia, sofferenza, tristezza, depressione, ecc.
Area del ragionamento complesso –> responsabile del ragionamento che operiamo per cercare di analizzare, spiegare, trovare una motivazione per il dato di realtà osservato: è l’area che ci fa rimuginare sui “perché” delle azioni degli altri e che non ci fa “staccare il pensiero” quando non troviamo la soluzione ad un problema importante, costringendoci a pensare continuamente all’evento. Essa è l’area che ci fa letteralmente “impazzire” quando qualcuno non si comporta così come avremmo voluto o come ci saremmo aspettati.
Sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario –> sono i tre sistemi che il cervello utilizza per “comunicare” con il corpo: il cervello infatti interviene, regola e modifica le funzioni corporee inviando impulsi elettrici, producendo ormoni e attivando il sistema immunitario.
Tutte le volte che l’area filtro non svolge correttamente il proprio compito e induce il cervello a produrre una risposta disfunzionale attraverso questi 3 sistemi di regolazione corporea, possono nascere malattie, sintomi e disturbi psicofisici.
Ovviamente quando si soffre di un sintomo la cosa più importante da fare è senz’altro quella di rivolgersi al proprio medico!
Le Neuroscienze hanno però dimostrato che è possibile riequilibrare l’intero organismo ed evitare sintomi e patologie agendo direttamente sui meccanismi di funzionamento del cervello ovvero sull’area filtro: una approfondita conoscenza del suo funzionamento permette di evitare che essa determini la produzione di emozioni negative o l’alterazione dei 3 sistemi di comunicazione mente-corpo sopra citati, producendo come conseguenza patologie del corpo e della mente!
Vieni a fare un breve test per scoprire se puoi risolvere il problema con l’aiuto delle Neuroscienze!
Nella vita, le emozioni positive ci rendono sereni e felici: la nascita di un figlio, la conquista di un nuovo amore, il superamento di un esame o di una sfida importante, la vittoria della squadra di calcio del cuore, il primo bacio, a volte basta anche un semplice sorriso: sono moltissime le occasioni in cui possiamo provare emozioni positive!
Eppure a volte percepiamo emozioni negative! E non siamo in grado di cacciarle via: prendono il sopravvento e non riusciamo ad allontanarle!
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Le emozioni positive durano poco e svaniscono da sole nonostante noi vorremmo non finissero mai… mentre quelle negative spesso sono persistenti e difficili da contrastare!
Perché? Dove nascono le emozioni?
Cosa possiamo fare per evitare ansia, attacchi di panico, paure e insicurezze? Cosa possiamo fare per vivere più serenamente e avere il controllo dell’emotività?
UN AIUTO CONCRETO ARRIVA DALLE NEUROSCIENZE: CONOSCERE COME FUNZIONA IL CERVELLO PUÒ AIUTARE A GESTIRE EFFICACEMENTE LE EMOZIONI, RISOLVERE I DISTURBI PSICOFISICI E RAGGIUNGERE L’EQUILIBRIO DELL’INTERO ORGANISMO!.
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E’ comune incontrare difficoltà nella gestione delle emozioni, percepire insicurezze e sensazioni di disagio o inferiorità: per fortuna il più delle volte si tratta di situazioni passeggere, senza conseguenza alcuna.
Capita però ogni tanto che un evento esterno, una frase o un gesto scatenino dentro di noi reazioni che non ci fanno stare bene o che non riusciamo proprio a controllare.
Fino ad un attimo prima andava tutto bene… poi all’improvviso l’insicurezza, l’ansia o la paura ci sovrastano.
In quel momento siamo in difficoltà: abbiamo la sensazione di non riuscire a mantenere la lucidità e ci troviamo bloccati da emozioni che non è facile governare.
Sono molte le emozioni che possono avere il sopravvento: rabbia, tristezza, ansia, angoscia, insicurezza, senso di frustrazione e impotenza sono solo alcuni esempi.
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A quel punto ci può anche capitare di dire o fare cose di cui dopo ci pentiamo! Oppure assumiamo un comportamento in cui, a mente fredda, non ci riconosciamo.
Anche una volta conclusa, questa esperienza negativa ci lascia un retrogusto di amarezza, disagio, imbarazzo, ingiustizia e si fa strada il timore che possa non trattarsi di un caso isolato, soprattutto quando notiamo che, con il passare del tempo, questi episodi si ripetono.
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Possono cambiare gli attori e le occasioni ma di fatto le dinamiche rimangono le stesse finché, ad un certo punto, le situazioni si ripropongono e sentiamo di essere intrappolati in un meccanismo da cui non è facile uscire.
In alcuni casi, come conseguenza delle emozioni negative percepite, l’organismo può sviluppare dei disturbi psicofisici veri e propri che possono cronicizzare fino a diventare difficili da risolvere.
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MA PERCHE’ E’ COSI’ DIFFICILE GESTIRE LE EMOZIONI?
Perché è quasi impossibile, a volte, contrastare l’insicurezza o l’emozione negativa che in quel momento ci colpisce?
Come si può vincerla e mandarla via?
Gli studi clinici degli ultimi 20 anni, per di più, hanno dimostrato la stretta correlazione tra emozioni e disturbi fisici anche gravi (Leggi): quando il nostro cervello viene sottoposto ad un periodo prolungato di emozioni negative (o anche semplicemente di stress!) a farne le spese può essere l’intero organismo che può andare incontro a problemi di varia natura, come ad es. mal di testa, gonfiori, gastriti, coliti, problemi ormonali, stanchezza, insonnia, fame nervosa, problemi della pelle fino a veri e propri danni cardiaci.
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IMPARARE A GESTIRE LE EMOZIONI E’ DUNQUE ESTREMAMENTE IMPORTANTE MA QUAL E’ IL SEGRETO PER FARLO IN MODO EFFICACE!?
E QUALI PATOLOGIE O DISTURBI DEL CORPO E DELLA MENTE SI POSSONO RISOLVERE GRAZIE ALLE UTILE SCOPERTE DELLE NEUROSCIENZE?
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Esiste una barriera per difendersi dalle emozioni negative o per divenire meno sensibili agli eventi esterni negativi?
Come si fa a vincere le insicurezze?
Esiste un trucco per non sentirsi bloccati o inadatti?
Cosa fare per evitare che le emozioni creino problemi al corpo?
Cosa fare se la il problema è già in atto?
Esistono tecniche di ipnosi o di riprogrammazione emozionale per ottenere una veloce soluzione dei problemi emotivi?
Come si può cambiare o riequilibrare l’organismo?
Sono efficaci le tecniche di meditazione e di rilassamento come lo yoga?
Quali disturbi e quali problemi possono essere correlati con le emozioni negative?
Da qualche anno, le Neuroscienze sono riuscite a fornire una risposta a tutte queste domande e il nostro sito si pone l’obiettivo di divulgare la cultura scientifica poiché – come vedremo – la conoscenza dei meccanismi di funzionamento del cervello permette di risolvere disagi relativi alle emozioni, problemi del comportamento e stati patologici dell’intero organismo.